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    Il sigillo di S.Giovanni

    Dopo la presentazione al pubblico del libro San Giovanni e Angri, avvenuta lo scorso 10 ottobre e durante la quale sono state proiettate le immagini della Reliquia del Sangue di San Giovanni, custodita in Collegiata, hanno avuto luogo ulteriori indagini per identificare il titolare del sigillo che racchiude la sacra ampollina.
    Nello specifico, l’Avv. Gennaro Zurolo, Socio onorario di PanacèA, con un modesto contributo dello scrivente, analizzando l’impronta presente sulla ceralacca in chiave araldica e sfragistica (scienza che studia i sigilli, con particolare riferimento a quelli ecclesiastici) e correlando le “figure” di riferimento, è giunto senza ombra di dubbio ad attribuire la proprietà del sigillo ad un arcivescovo salernitano.
    Alla luce di questo importantissimo risultato, PanacèA ha deciso di riprendere la pubblicazione dei Fascicoli della propria Collana dedicando a questo argomento il n.15; grazie a questo risultato si è giunti, dopo circa 35 anni dal suo primo rilevamento, a definire il proprietario dell’araldica arcivescovile che racchiude la sacra ampolla!
    Inoltre, grazie alle recenti indagini, si è ricostruita con grande accuratezza la vita del prelato, dando risposte certe sull’epoca in cui la reliquia è stata autenticata.
    La Collegiata non conserva l’autentica, che certamente era stata rilasciata al momento della ricognizione canonica, probabilmente andata dispersa a causa delle tante vicissitudini patite dall’Archivio della Collegiata, ma questo aspetto non sminuisce l’importanza della reliquia e della sua autenticità. Le norme ecclesiastiche, vigenti e anteriori, hanno sempre demandato al Vescovo o Arcivescovo diocesano l’Autorità unica e competente in materia di autentica delle reliquie e, quindi, la presenza del sigillo arcivescovile conferisce tutti i crismi necessari per essere destinata al culto. Tra l’altro, l’apposizione del sigillo (e quindi, dell’autentica!) è subordinata a tutta una serie di requisiti che trovano fondamento e pieno rispetto nel caso angrese.
    Tuttavia, resta da definire univocamente l’origine della Reliquia ed è auspicabile, quindi, che ulteriori ricerche tentino di ricostruire i passaggi precedenti a quello della consegna alla Collegiata, consentendo così di chiudere ogni aspetto di questa indagine che, si ribadisce, come accennato in altre circostanze, assume un mero valore storico e non religioso.
    Giancarlo Forino
    Associazione PanacèA

    Lìimpronta del sigillo arcivescovile sulla ceralacca che chiude l’ampollina con il sangue del Battista

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