78º anniversario dell’eccidio di Rio Farnese nel Comune di Bettola (PC), dove venne trucidato, insieme ai suoi uomini, il nostro concittadino Cap. Renato Raiola, il comandante partigiano “Romeo”.
Il 12 gennaio prossimo, alle ore 10:30, presso la Cappella del cimitero, ove riposano i suoi resti mortali, sarà celebrata una santa messa e deposta una corona d’alloro, alla presenza di autorità civili, militari e religiose.
Di seguito il Presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci di Angri e il Presidente dell’ANPI zonale ricorderanno la figura del Comandante “Romeo”, medaglia d’argento al valor militare.
RAIOLA RENATO di Ernesto, nato a Castellammare di Stabia (NA) il 24.8.1916, partigiano riconosciuto, comandante della 142ª Brigata Garibaldi e Vice-comandante della Divisione “W. Bersani” (Val d’Arda).
Tenente del 66° Fanteria di stanza a Piacenza, viene catturato all’indomani dell’8 settembre e deportato nel campo Offlag 73 di Beniaminowo, in Polonia, e successivamente trasferito nello Stallag 327 di Przemsyl.
Riesce a fuggire e far ritorno in Italia, fermandosi a Piacenza, dove nell’agosto 1944 si unisce alle formazioni partigiane della Val d’Arda, ricoprendo ruoli di comando. Trucidato insieme ai suoi uomini in località Rio Farnese, Comune di Bettola (PC), il 12 gennaio 1945.
Decorato con medaglia d’argento al Valor Militare alla memoria.
Eccidio di Rio Farnese
Tra novembre 1944 e gennaio 1945 la XIII Zona (corrispondente alla Provincia di Piacenza) viene investita da un’imponente rastrellamento in funzione antipartigiana. Nel gennaio del 1945 le scuole elementari di Bettola, situate in Piazza Colombo, erano utilizzate dai nazifascisti come centro di raccolta dei tanti prigionieri catturati nelle operazioni di rastrellamento, approfittando tra l’altro della neve eccezionalmente abbondante che rendeva difficile l’occultamento.
Nella giornata di venerdì 12 gennaio 1945 un gruppo di circa venti (le fonti oscillano sempre tra i 20 e i 23) prigionieri viene prelevato dalle scuole, fatto spogliare, e condotto nella vicina località di Rio Farnese (conosciuta anche come Rio della Farnesa o Rio Pianazze), in prossimità di un orrido naturale formato dal piccolo corso d’acqua.
Lì vengono uccisi uno ad uno con un colpo di pistola alla nuca da un ufficiale tedesco. I cadaveri vengono abbandonati sul greto del torrente gelato e ne viene impedita la rimozione da parte della popolazione.
Nei giorni seguenti, grazie all’intercessione del parroco di Bramaiano Don Egidio Bottini, viene dato dalle autorità germaniche il permesso di seppellire le salme, a patto che non siano ufficiate pubbliche cerimonie e che le salme vengano inumate non nel cimitero di Bettola ma in quello di Bramaiano, piccola frazione del Comune.
Prima di procedere alla sepoltura don Bottini provvede a ricomporre i cadaveri e scattare ai volti dei caduti fotografie che saranno poi utilizzate da famigliari ed amici per il riconoscimento di alcune delle salme.