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    Il 25 aprile

    A chiunque chiedereste a cosa associa il 25 aprile la risposta univoca (giustamente!) sarebbe “all’anniversario della Liberazione”.
    Oggi quasi nessuno, invece, ricorda che sotto la stessa data ricorre la nascita di Guglielmo Marconi e che una legge del 28 marzo 1938 dichiarò la ricorrenza solennità civile. Tale disposto normativo venne abrogato da un’altra legge del 2008. Ma non si può certamente sottacere l’importanza delle scoperte e degli apporti scientifici frutto degli studi e degli esperimenti dello scienziato!
    Oggi, infatti, viviamo in un’era in cui ogni strato del nostro vissuto si avvale, in varie misure, delle scoperte marconiane: dalle comunicazioni vocali o digitali al controllo della navigazione aerea, marittima e ferroviaria, dalla previsione meteorologica alla domotica, dai sistemi d’arma alla videosorveglianza, ecc. tutti assetti che, in un modo o nell’altro, si avvalgono delle onde elettromagnetiche per traferire informazioni e comandi.
    Di Guglielmo Marconi non se ne parla molto neanche nei consessi scolastici; eppure ha partecipato alla Grande Guerra per sperimentare sul campo le sue scoperte, prima nell’Esercito e poi nella Regia Marina, gli fu conferito il premio Nobel per la Fisica nel 1909, fu Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Accademia Nazionale dei Lincei, gli furono conferite ben 16 lauree honoris causa e 13 cittadinanze onorarie, rivestì il grado di Contrammiraglio della Riserva, fu insignito con 13 onorificenze, di cui 6 straniere e la Zecca dello Stato gli ha dedicato una moneta e una banconota; infine, non vi è città che non abbia intitolato una via, piazza o una scuola o univesità a suo nome.
    Tornando alla “Liberazione”, vediamo di ripercorre i fatti che condussero alla decisione di far diventare la data una festa nazionale
    Il 25 aprile 1945, da Milano, Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica dall’8 luglio del 1978 al 29 giugno del 1985, in quel momento Segretario del Partito Socialista nei territori occupati dai Tedeschi, diffuse uno stringato comunicato del seguente tenore: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.”
    Con questo messaggio il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia (CLNAI) proclamò l’insurrezione generale nei territori ancora occupati dalle forze tedesche e della Repubblica di Salò, attivando i partigiani del Corpo Volontari della Libertà per attaccare i presidi militari prima dell’arrivo degli Alleati. Già dal 21 aprile Bologna era stata liberata e due giorni dopo anche Genova aveva riconquistato la libertà! Quindi, il 25 aprile segnò l’apice militare della Resistenza, ponendo le basi per i successivi passaggi che portarono al Referendum del 2 giugno 1946.
    Nei giorni seguenti il CLNAI emanò dei decreti, “in nome del popolo italiano”, il più noto dei quali sancì la sentenza di condanna a morte di Mussolini e di tutti i gerarchi fascisti.
    Anche ad Angri si costituì un Comitato di Liberazione Nazionale di cui ne fecero parte Alfonso Falcone, Giuseppe Nasti, Giuseppe Galimberti, Gerardo Alfano, Alfredo Lemmo e Giovanni Galizia.
    Il 29 aprile 1945, con la firma dell’accordo di Caserta, fu stabilita la fine delle ostilità e la resa dei nazifascisti al successivo 2 maggio, data sotto la quale cessarono i combattimenti.
    Il 22 aprile dell’anno seguente Umberto II promulgò un Decreto Legislativo Luogotenenziale che all’art.1 recitava “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato Festa Nazionale”. Tre anni più tardi, il 27 maggio 1949, con la Legge 260, venne sancita la ricorrenza come giorno festivo, unitamente a quella del 2 giugno e, da allora, … continuiamo a festeggiarla.
    Giancarlo Forino
    Associazione PanacèA

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