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    Diario del direttore artistico-10

    Decimo appuntamento con la rubrica che vuole raccontare, in maniera assolutamente non seriosa, gli eventi della rassegna, i personaggi che ne fanno parte, come artisti e organizzatori, i fatti particolari, visti dal direttore artistico della TERZA edizione della Rassegna “Angri a teatro”.

    11/02/2014

    Il 23 febbraio la rassegna ospita una compagnia di Nocera Superiore, che si chiama Teatro Arabesco. La proposta è La commedia di Zeza, scritta e diretta da Pino Lodato, e con le musiche scritte apposta per lo spettacolo da Giovanni Attanasio e da lui interpretate con altri 5 musicisti.

    Questa compagnia mi è stata presentata dall’amico Sergio Russo, che ringrazio, perché in questo modo ho potuto conoscere un gruppo che propone i modi e lo stile dell’antica (e gloriosa) Commedia dell’Arte. Naturalmente si tratta di una formula “contemporanea” di quel modo di fare teatro.

    La compagnia è attiva da circa sette anni, e ha un curriculum già ricco di spettacoli – peraltro premiati da un ottimo successo di pubblico, considerate le numerose repliche che sono state realizzate –, tra i quali si segnalano una rilettura della celeberrima Cantata dei pastori e un’altra ispirata alle vicende malinconicamente grottesche e comicamente avventurose di Don Chisciotte.

    Il gruppo ha anche portato in scena un buon numero di opere brevi, che comunque si muovono sulla linea di confine tra il teatro e la musica: Cantata mariana (in cui hanno reinterpretato canti devozionali); Componere (con canzoni blues sul tema della pace); All’alba sulle pietre (una rievocazione storica, per celebrare gli ideali e le poesie dell’eroe risorgimentale Antonio Criscuolo); la breve “opera comique” Rollando rollando; e La leggenda della capra indomita e del misterico mallone.

    In origine La Commedia di Zeza era un semplice canovaccio, risalente alla fine del Seicento, che generalmente le compagnie, in particolare campane, utilizzavano per spettacoli nel periodo di Carnevale. Pino Lodato ha costruito un’intera commedia su quel canovaccio.

    Infatti, la rappresentazione proposta dall’Arabesco, pur partendo da lì, percorrere una propria vicenda teatrale con originali sviluppi e conclusioni. Resta fermo però l’impiego dei modi di fare teatro della Commedia dell’Arte, con personaggi ben consci dell’aspetto comico e assurdo della vita, e soprattutto conservando intanto il ruolo alla musica. Non a caso, la figura di Pulcinella è quella di un personaggi consapevole della “recita della vita”, rispetto alla quale cerca di reagire, sostenendo comunque una onorevole dignità e una sua profondità di pensiero.

    Ovviamente, non racconto altro, perché poi, altrimenti, non verreste a teatro a vedere la commedia!

    Vincenzo Ruggiero Perrino

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