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    Stadio Novi: gli Angresi lo immaginano così

    Mentre l’Amministrazione Ferraioli discute sul realizzare o meno il parcheggio nei pressi dello Stadio Novi, Angri’80 ha incontrato una giovane angrese, che quell’area l’ha immaginata “un po’” diversa. Parliamo di Francesca Cinque, che lo scorso novembre ha conseguito la laurea in Scienze dell’Architettura, con 110 e lode, presso l’Università Federico II. Ecco cosa ha voluto raccontarci.
    Da dove nasce il tuo progetto?
    “Nel momento in cui ho dovuto scegliere l’argomento della mia tesi ho deciso di prendere una strada diversa da quella di molti miei colleghi, che si concentrano su grandi concorsi pubblici e progetti esteri, e di approcciarmi invece a qualcosa di molto più concreto e vicino a me. Un progetto nella mia città mi sembrava il modo migliore di chiudere questo primo percorso di studi, confrontarmi con una realtà che conosco e vivo ogni giorno, spinta dalla volontà di ridare valore a questi luoghi abbandonati a se stessi, che sono presenti in qualsiasi piccolo centro urbano della provincia, per restituire lo spazio ai cittadini come luogo in cui vivere la propria quotidianità. Ho così deciso di immaginare e riprogettare l’intera area che circonda e affianca lo stadio Novi, attualmente lasciata al degrado.”

    Quali costruzioni prevede?
    “Le attrezzature presenti nel progetto nascono da due semplici principi: rafforzare le infrastrutture presenti e sopperire a quelle mancanti. In questa ottica dunque ho previsto un ampio parcheggio su due livelli sia per la presenza del campo sportivo, sia perché il problema dei parcheggi ad Angri è ben noto. Sempre considerando la presenza del campo ho progettato un’altra area sportiva con palestra pubblica e campi da gioco. Il pezzo centrale del progetto è invece quello che possiamo definire un polo culturale con la presenza di un grande teatro con platea all’aperto e al chiuso e di un’area espositiva utilizzabile per mostre, eventi, assemblee, etc… il tutto unito a zone di ristoro, zone di incontro e sopratutto ampie zone verdi, di cui ormai, escludendo la villa, Angri è quasi totalmente priva.”

    “L’intero progetto è stato sviluppato autonomamente, senza nessun contatto con il Comune, dunque non è stato assolutamente pensato in chiave attuativa. Proprio per questa ragione oggettivamente non mi sono posta freni sull’uso di strutture e tecnologie di livello abbastanza elevato, e dunque anche dai costi non proprio contenuti. Ciò unito al fatto che l’area è molto estesa fa capire, anche solo intuitivamente, che è molto poco probabile che il comune possa affrontare una spesa simile (una stima precisa dei costi non è stata fatta in quanto non richiesto proprio per il carattere ideale del progetto). Quindi se mi chiedi se penso che tale progetto si possa mai realizzare ti rispondo che non credo proprio, o al massimo solo in parte. Ma prescindendo da questo, penso che semplicemente idee e lavori di questo tipo, anche da parte di ragazzi, fanno capire la voglia che c’è di darsi da fare e di rivalutare il proprio paese. Dovrebbe essere una cosa normale anche solo raccogliere idee, proposte, capire le necessità degli abitanti e da questi spunti poi darsi però concretamente da fare.”

    Antonella Grimaldi

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