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    Giancarlo Forino ricorda Mons. Alfonso Raiola. L’ultimo Abate della Collegiata di San Giovanni Battista.

    Appena appresa la scomparsa di don Alfonso ho avuto subito una forte emozione e non solo per l’umano dolore legato ad ogni transito e per il profondo affetto che mi lega alla sua persona, ma perché con don Alfonso si è chiusa la plurisecolare sequenza di Abati della nostra Collegiata e si è definitivamente voltata un’altra pagina della storia di Angri.
    Altri, molto meglio di me, sapranno tratteggiare le doti di don Alfonso, che definirei eroiche se non altro per aver sostenuto quasi da solo per lunghi anni il “peso” della più grande parrocchia di Angri (organizzazione dell’annuale Festa del Patrono compresa!), cosa che ha fatto sempre con rara lungimiranza e con quell’umiltà che lo ha sempre contraddistinto.
    Tanti sono gli aneddoti che ho ascoltato dalla sua voce, ma uno in particolare mi ha colpito: quando, ancora seminarista, trovò a pranzo una pietanza a lui non gradita e non ne volle mangiare; gli fu tolto il piatto e a cena ritrovò il medesimo cibo, preso dalla fame lo consumò con gusto e …capì la lezione.
    Raccontava spesso anche dei suoi trascorsi con i Salesiani e degli ammaestramenti che ne trasse e anch’io, avendo passato un breve periodo della mia vita con loro, ho avuto così modo di riassaporare in questi colloqui alcuni dei principi che animano quegli educatori.
    Accennavo prima alla sequenza degli abati; il primo, Matteo Galetto Longobardi, in accordo con il Sindaco e con gli Eletti dell’Universitas, inoltrò una petizione a Papa Sisto IV nel 1473 e tre anni più tardi venne costituita la Collegiata, creato Abate e posto a capo di un collegio di altri 4 canonici.
    Anche se con alterne vicende e con diverse modifiche all’ordinamento capitolare, che nel tempo elevarono i canonici fino al numero di 12 suddivisi in tre ordini diversi, da allora fino al nostro don Alfonso si sono succeduti alla guida del Capitolo dell’Insigne Collegiata di San Giovanni Battista di Angri ben 25 Abati che hanno amministrato la nostra Chiesa e curato le Anime di generazioni di angresi.
    Mons. Raiola, dopo un breve periodo passato nella chiesa di S.Benedetto negli Ardinghi, fu affiancato al suo predecessore come economo abaziale e venne creato Abate da Papa Giovanni XXIII il 29 luglio 1962.
    Con il Concordato del 1984 il Capitolo abbaziale non fu più riconosciuto giuridicamente; formalmente cessò di esistere. Tuttavia, essendo irrevocabile la carica di Abate, perché di nomina papale, nonostante il mancato riconoscimento del Capitolo, don Alfonso ha mantenuto fino ad oggi il suo titolo di Abate e noi proprio con tale titolo desideriamo onorarlo e accompagnarlo all’Altare del Signore affinché riceva la meritata ricompensa per quanto ha fatto durante la sua vita per Angri e per gli Angresi.
    Grazie don Alfonso!
    Giancarlo FORINO

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