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    Maledetti scienziati. Ovvero la lotteria della sfortuna.

    “Variation in cancer risk among tissues can be explained by the number of stem cell divisions. »
    Non vi mettete paura.
    Questo è solo il titolo dell’articolo pubblicato su “Science”, una delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, qualche settimana fa.
    Il succo dell’articolo è questo: il rischio di cancro dipende anche e soprattutto dal numero di volte in cui le cellule nel corso della vita si riproducono (cosa che serve a rigenerare i tessuti). Siccome gli errori casuali nella composizione del “DNA” – da cui derivano i tumori – si verificano proprio durante la moltiplicazione delle cellule, più moltiplicazioni di cellule ci sono in un tessuto, più rischio c’è che si sviluppi un tumore. In conclusione secondo l’articolo, solo in un terzo dei casi l’insorgenza del cancro dipende direttamente dall’inquinamento, da cattivi stili di vita e dall’ereditarietà. “The majority is due to “bad luck,.” Cioè tutto il resto è dovuto alla sfortuna.
    Uno dei due autori di questa ricerca si chiama Bert Vogelstein, è docente di patologia e oncologia medica alla Johns Hopkins University di Baltimora ed è uno dei nomi più importanti nell’ambito della genetica applicata ai tumori (è stato lui a scoprire la mutazione del gene Apc responsabile dell’insorgenza del tumore del colon-retto).
    Lo studio – basato su un modello statistico – era mirato a valutare la ricorrenza delle mutazioni delle cellule staminali, che sono le cellule di riserva che servono per ricambiare quelle che a mano a mano muoiono e devono essere sostituite nei vari organi.
    E’ un lavoro interessante perché dimostrerebbe statisticamente che il 65 per cento dei tumori nasce dalla mutazione casuale delle cellule staminali. Ciò, però, equivale anche a dire che un terzo dei tumori nasce a tavola, cioè ha origine da una cattiva alimentazione.
    La prevenzione contribuisce a decrescere la capacità di sviluppare tumori, ma anche a tagliare la “benzina” che alimenta ogni forma di cancro. Se è vero che in taluni casi il rischio di andare incontro a un tumore lo portiamo nel Dna dalla nascita, è altrettanto concreta la possibilità di prevenire o quanto meno ritardare l’insorgenza di alcuni di essi utilizzando le “armi” che possediamo quotidianamente: l’adozione di uno stile di vita salutare e il rispetto di un regime dietetico controllato.
    Insomma questo articolo non invita a darci ai bagordi, non ci consente di dire “tanto non dipende da me”.
    Ma invita tutti noi a ridurre ancora di più i comportamenti a rischio, perché se il 67% delle mutazioni sono casuali, è anche vero che possiamo dare o non dare una mano al caso, facendo aumentare nel nostro organismo la quantità di sostanze cancerogene che possono determinare una mutazione.
    Per essere più chiari è come giocare una lotteria a perdere. Posso anche comprare molti biglietti e non vincere (pardon non perdere, cioè non ammalarmi). Però più biglietti compro più do una mano alla sfortuna. In pratica meno cammino a piedi, più mangio grassi e proteine animali, meno mangio verdure, frutta e cereali con fibra e più do una mano alla “sfortuna”, questo nel caso del tumore dell’intestino.
    L’articolo citato, che è stato ed è molto discusso nella comunità scientifica, ha comunque il pregio di invitare i medici e gli scienziati a lavorare il più possibile sulla diagnosi precoce e sulla prevenzione.
    A proposito, chiedete sempre al medico gli screening previsti per la vostra età. E Alla Unità materno-infantile dell’ASL (via Semetelle per il momento ad Angri e fra poco si spera via De Goti ed ex ospedale a Scafati).
    Ma forse l’articolo è addirittura più utile per i comuni mortali, e ci dice: smettete di comprare biglietti per la lotteria della sfortuna. Cioè attenti allo smaltimento dei rifiuti, rispettate le norme. Non bruciate rifiuti o plastica… andate a piedi, fate gli screening, seguite la dieta mediterranea. Denunciate chi sversa illegalmente.
    Si perde ciascuno il meno spesso possibile. E si vince la certezza che stiamo tutti meglio.

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