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    LA STORIA SI RIPETE …

    Il recente post di Jeanfranck Parlati su FB con l’immagine di un manifesto del Comune di Angri del 1945, concernente la vaccinazione contro il vaiolo, pone la fatidica domanda: allora è vero, la storia si ripete?

    Quel manifesto, che minacciava la mancata assegnazione del pane quotidiano e degli altri generi alimentari a chi era sprovvisto di apposito Bollo sulla tessera annonaria, rilasciato dalle Autorità sanitarie del Comune solo a chi si era sottoposto alla vaccinazione, ci rimanda in un sol colpo ai nostri giorni e alla diatriba, spesso virulenta, fra i sostenitori e i contrari al vaccino anti COVID-19.
    L’antesignano documento dell’attuale green pass null’altro era che uno strumento teso a garantire la salute pubblica; il rispetto della volontà del singolo non poteva e non doveva prevaricare l’interesse della collettività, viste anche le condizioni igienico sanitarie dell’epoca, certamente non ottimali, vista la guerra, l’occupazione alleata e il contesto sociale in cui si viveva.
    Non bisogna essere medici o scienziati per capire che oggi siamo in una condizione decisamente migliore, ma, nel tempo, anche “l’attacco” dei virus si è evoluto a dismisura, attraverso una capacità di diffusione che appare spesso incontenibile. E allora, è condivisibile la scelta di chi, pur potendolo fare, non intende vaccinarsi? Comprensibilissimo e condivisibile evitare, eventualmente, il vaccino per chi soffre di altre patologie che potrebbero peggiorare con l’assunzione del farmaco, ma oggi, che sappiamo come combatte il virus, è il caso di rischiare da parte di tutti gli altri?
    Inoltre, “scagli la prima pietra” chi, leggendo un qualunque bugiardino delle decine di medicinali che si assumono quotidianamente, non sia rimasto impressionato dalla lunga e pericolosa lista delle “controindicazioni e dei possibili effetti collaterali”! Ma, pur sapendo ciò, tutti le assumono quotidianamente e molti ne fanno pure un uso eccessivo.
    Infine, un’ultima annotazione storica: il Sindaco Francesco Adinolfi, che firmò quel manifesto, era di sicuro una persona coerente. Infatti, essendo un fervente monarchico, una volta appreso l’esito del Referendum fra Monarchia e Repubblica del giugno 1946, diede, dopo pochi giorni, le dimissioni dalla più alta carica cittadina.
    Giancarlo Forino

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