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    Intervista a Gianfranco D’Antonio, Vicesindaco, sulla vicenda del distretto sanitario angrese

    In una fresca serata di fine estate abbiamo intervistato il Vicesindaco dott. Gianfranco D’Antonio per parlare della sua esperienza amministrativa, di altre questioni e, soprattutto, per fare chiarezza sulla questione del Distretto Sanitario angrese.

    Può fare un bilancio del suo incarico al Comune di Angri in questi primi tre anni e mezzo?

    Per me il bilancio è soddisfacente. Abbiamo portato Angri Eco Servizi da una situazione di dissesto ad una situazione finanziariamente attiva; abbiamo migliorato la raccolta differenziata passando dal 39% al 49,5%; abbiamo progettato nuovi parcheggi; il progetto Jessica, nostro fiore all’occhiello, è stato approvato ed è in corso d’opera; abbiamo affrontato il problema e sacrificato il verde, ma aldilà di quello che può sembrare abbiamo messo in sicurezza il paese dalla periferia al centro; è stato messo in sicurezza anche il cimitero, che oggi può sembrare brutto, ma sarà un punto di riferimento di questa Amministrazione, infatti sono già state previste delle nuove piantumazioni e una riqualificazione totale. In più è in progetto una piazza e il rifacimento della strada nella zona 167, che prima creava tanti problemi ai residenti e a mamme e bambini che andavano a scuola. Azioni di forza che possono sembrare impopolari oggi ci hanno dato la possibilità di rendere vivibile il paese. Questa è una delle Amministrazioni che sta lavorando di più, è difficile trovarne una che in tre anni abbia fatto altrettanto.

    In questi mesi sono state fatte molte denunce da parte di alcune associazioni politiche giovanili per quanto riguarda l’amianto nel nostro territorio, come si sta adoperando l’Amministrazione?

    Abbiamo già preso completa visione del problema dell’amianto sul territorio e abbiamo chiesto un finanziamento alla Regione Campania di un milione e settecentocinquantamila euro che spenderemo per bonificare tutte le zone interessate.

    Mi può spiegare la vicenda che ha portato alla rimozione di alcuni dehors (ndr, i chioschi installati dai bar) situati in piazza?

    Per i dehors l’errore è stato dell’ufficio tecnico competente e non è dipeso da una nostra volontà politica.La Soprintendenza ha espresso parere negativo dovuto a motivi di interesse storico-paesaggistico per le installazioni esistenti al centro della piazza, quindi abbiamo proceduto alla rimozione di alcune strutture, ma abbiamo da subito provveduto allo studio di una nuova normativa più adeguata.

    Ma intanto chi risarcirà gli esercenti?

    Gli esercenti possono agire con i mezzi che sono loro attribuiti, purtroppo è intervenutala Soprintendenzae noi ci siamo già adoperati per sistemare la situazione.

    Passando al gioco d’azzardo, prima di arrivare alle proposte di ANGRI ’80, l’approccio dell’Amministrazione fino ad ora quale è stato?

    Purtroppo con tutte queste sale giochi che sorgono dalla sera alla mattina con un legale permesso non possiamo fare niente, certamente siamo vicini alle famiglie e alle vittime del gioco, in questo colgo l’occasione per encomiare la dott.ssa Raffaella D’Antuono per quello che sta facendo sotto il profilo pedagogico e psicologico. Certamente è un problema serio e in crescita legato anche all’infelice momento economico.

    Sul numero di aprile scorso e poi di luglio sono state segnalate alcune iniziative concrete e fattibilissime per prevenire la dipendenza da gioco soprattutto tra i giovani  ed aiutare le famiglie di coloro che sono già affetti da dipendenza, ma, come ha scritto la dott.ssa D’Antuono, le proposte sono rimaste inascoltate … 

    Secondo me non è del tutto vero quello che dice la dott.ssa D’Antuono, perchè il maggiore impegno da parte dell’Amministrazione è assoluto. Siamo da sempre vicini alle parrocchie e alle altre associazioni a cui abbiamo ceduto delle strutture per evitare disagi sia giovanili che non. Non è un impegno di tipo politico, ma di tipo sociale. Perchè un’Amministrazione dovrebbe essere sorda ad una sollecitazione del genere per migliorare la salute dei propri cittadini?

    Allora perché in qualità di medico e vicesindaco non si fa promotore e coordinatore di un gruppo di lavoro sulle problematiche del gioco d’azzardo per tentare di organizzarsi ed intervenire nel modo migliore, sapendo che alcune iniziative possono essere anche a costo zero?

    Questa è una proposta che si potrebbe tranquillamente realizzare e che prenderemo sicuramente in considerazione, si potrebbero coinvolgere i medici e, soprattutto, altre professionalità come sociologi e psicologi. Io penso che siano proprio questi ultimi ad avere un ruolo centrale in questa situazione. Si potrebbe basare sulla stessa idea del Comitato per Daniela Vitolo, in cui sono state coinvolte tutte le professionalità che possano dare un contributo. Come amministratore e come medico sono d’accordissimo a partecipare a delle riunioni che possano aiutare chi è specialista in questi problemi.

    Sulla delicata questione del Distretto sanitario, può fare chiarezza sulla posizione dell’Amministrazione in questa vicenda?

    Siamo stati da sempre disponibili a fare questo compromesso, ma in modo che non possiamo essere danneggiati da questa situazione.

    Voglio partire da un punto: noi siamo da anni interessati alla struttura di proprietà dell’Asl dismessa e inutilizzata di via Arnedi, ex Inam, dove in questi anni abbiamo cercato di addivenire con la controparte ad una valutazione di un esperto per acquistarla o, magari, permutarla. Ma in questi anni non si è mai arrivati ad una conclusione, anzi, a causa di questa impassibilità dell’Asl si è solo contribuito a creare incertezza.

    L’accordo che vogliamo sottoscrivere è molto semplice e soddisfa entrambe le parti:

    L’Amministrazione comunale dal primo momento ha offerto al Dott. Antonio Squillante, Direttore generale dell’Asl, un contratto di locazione a titolo gratuito della struttura di via Dei Goti per cinque anni, in cui noi rinunciamo al canone di affitto di 50.000 euro annui, l’Asl si trasferisce da subito per dare i servizi essenziali in un locale adeguato e con i soldi che risparmia dal mancato versamento del canone (ndr, 250.000 euro in totale), compie i lavori di adeguamento che già aveva previsto di fare in questa struttura.

    Dopo questi cinque anni, o anche prima se ci saranno le condizioni, ci incontreremo per discutere il nuovo rapporto in cui o permuteremo il locale di via Arnedi sulla base di una valutazione di un esperto che avverrà in quel periodo, o discuteremo i termini di un nuovo contratto di locazione.

    Questo è quello che ha deciso il Consiglio comunale in una seduta durata sette ore, anche il Dott. D’Ammora è d’accordo con noi, e penso che questo sia un accordo equo, in cui nessuno ci perde, né verrà danneggiato. Noi rappresentiamo la nostra comunità e non vogliamo concludere accordi svantaggiosi sia in termini erariali che strutturali.

    Ma se in questa situazione non si riuscisse a trovare una soluzione, quali potrebbero essere le conseguenze?

    Purtroppo se non si arriverà ad una soluzione le persone dovranno continuare ad andare nella struttura di via Semetelle, che è uno squallore. Il problema è a carico del Direttore generale perchè noi gli abbiamo offerto la possibilità di porre fine a questa vicenda, ma è lui che non vuole scrivere la parola fine. Ha minacciato anche di trasferire il distretto, ma finora non l’ha fatto, sa di non poterlo fare e non glielo permetteremo mai.

    Ma voi, come Amministrazione comunale, sareste disponibili, se si presentassero le condizioni, ad un tavolo di mediazione organizzato da Angri ’80, per cercare di trovare una soluzione al problema e porre fine a questa vicenda?

    Noi siamo disponibili a qualsiasi incontro che serva a migliorare l’assistenza sanitaria di Angri e spostare il servizio da via Semetelle, che ha un ambiente pessimo e fatiscente, disonorevole per il personale che ci lavora e per le persone che ci vanno. Il problema è che noi andremo con le nostre proposte e l’Asl con le sue, tutti sono irremovibili e stiamo discutendo da un anno su questo.
    Gian Maria Manzo

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