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    Giovani angresi all’estero: “Partite. Ringrazierete voi stessi per averlo fatto”.

    Continua l’avventura di “Giovani angresi all’estero”, la piccola rubrica di Angri’80 che si impegna a raccontare la storia degli studenti angresi partiti con il progetto Erasmus, promosso dall’Unione Europea. Abbiamo incontrato Stefania Monda, ex studentessa del Liceo Don Carlo La Mura, oggi iscritta all’Università degli Studi di Salerno. Ecco cosa ha voluto raccontarci:

    – Che facoltà frequenti e qual è il percorso che ti ha portato a scegliere l’esperienza dell’Erasmus?
    “Frequento la facoltà di Lingue e Letterature straniere a Fisciano, precisamente studio inglese e spagnolo. Ho fatto richiesta per l’erasmus al primo semestre del primo anno, l’ho fatta quasi per gioco, non avevo alcuna aspettativa in quanto i professori non sono affatto propensi a mandare all’estero studenti appena immatricolati. Ma ho sempre pensato che nessun tentativo è vano e di conseguenza ho compilato il form per l’erasmus scegliendo mete “poco gettonate” dagli studenti del secondo e terzo anno. Nonostante fossi del primo, al colloquio ho accumulato un punteggio tale da permettermi di lasciare la provincia di Salerno per 5 mesi.”

    – Dove ti ha portato ?
    “Ho vissuto ad Ostrava, la terza città più grande della Repubblica Ceca. In quanto città dell’est Europa, offre uno stile di vita completamente diverso da quello italiano.”

    – Perché hai scelto questa città e cosa credi che questa città apporterà al tuo bagaglio umano e di professionista?
    “L’importanza di questa esperienza per il mio percorso di studi è praticamente ovvia. La mia materia di studio non può rimanere puramente teorica ma deve essere messa in pratica quotidianamente o rimane fine a se stessa. La domanda più frequente che mi pongono è: perché la Repubblica Ceca se studi inglese e spagnolo? Beh, per il motivo sopra spiegato e soprattutto perché poco importa dove vai, L’INGLESE LO DOVREBBERO PARLARE TUTTI a causa della sua importanza. Infatti non ho avuto alcun problema a migliorare il mio livello di lingua in un territorio in cui la lingua madre è il ceco. Il mio ambiente era esclusivamente quello universitario motivo per cui l’inglese è diventato la mia prima lingua per 5 intensi mesi.”

    – Cosa ti è mancato di più della tua città?
    “Una ragazza del sud Italia soffre della mancanza del mare, del sole, del cibo italiano. Eppure questa esperienza mi ha permesso di fortificare la mia capacità di adattamento e spirito di sopravvivenza. Ad esempio, gli orari lì sono molto rigidi, si svegliano alle 6 del mattino, pranzano alle 11, cenano alle 19 e alle 22 i ristoranti sono praticamente già chiusi. La vita notturna è assolutamente pazza ma le persone sono abituate a vivere nei locali e poco sulle piazze a differenza di noi italiani. Funzionano perfettamente i trasporti, punto a favore di questa città e mega demerito ad Angri. La città è ben collegata, tram e filobus passano in media ogni 10 minuti. Le strade sono immacolate, non una carta, né un mozzicone di sigaretta.”

    – Cosa importeresti ad Angri dalla città in cui stai vivendo, e cosa dalla città in cui stai vivendo ad Angri?
    “Importerei la libertà di esprimersi senza paura di essere giudicati. Non saprei cosa importare lì di puramente angrese. Magari l’attaccamento del paese alle tradizioni, lo spirito di festa che si sente nell’aria e che gli angresi trasmettono con passione di generazione in generazione. Non a caso sono appena tornata e mi ritroverò nel pieno della festa di San Giovanni a cui io stessa sono legata. Posso comparare però l’intera Italia con la Rep.Ceca: cibo, passione,sole e una gran storia li teniamo solo noi.”

    -Da giovane donna e soprattutto cittadina angrese, cosa auguri ai giovani della tua città?
    “Da giovane donna auguro ai giovani angresi di viaggiare, esplorare quanto più possibile. Consiglio a tutti tale esperienza. A prescindere da quale facoltà frequentate andate a vivere all’estero, mettetevi alla prova. Ringrazierete voi stessi per averlo fatto. Vi mancherà la vostra città, la vostra famiglia, ma imparerete a prendervi cura di voi stessi con le sole vostre forze. Imparerete nuove tradizioni, nuovi modi di pensare. Vi creerete una nuova famiglia fatta di studenti internazionali che parlano una lingua diversa dalla vostra ma che hanno le vostre stesse paure. Quante le nottate trascorse in cerchio con “i miei erasmus” discutendo dei nostri paesi d’origine: “si ma l’Italia è tutta bella e piena di storia”, “Noi in Portogallo abbiamo una parola “Fado” che non può essere tradotta in alcuna lingua.” o “avete mai provato i Pierogi polacchi?” . Fondamentalmente, un’esperienza del genere ti cambia: L’adrenalina diventa parte di te; all’improvviso ti senti libero; non parli più una lingua precisa, a volte mi capita di mischiare italiano-inglese o italiano-spagnolo; impari a dire addio; impari ad essere paziente e a chiedere aiuto; comprendi che il tempo è scandito anche da piccoli momenti ma essenziali.”
    Antonella Grimaldi

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