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    Diario del direttore artistico-4

    Quarto appuntamento con la rubrica che vuole raccontare, in maniera assolutamente non seriosa, gli eventi della rassegna, i personaggi che ne fanno parte, come artisti e organizzatori, i fatti particolari, visti dal direttore artistico della TERZA edizione della Rassegna “Angri a teatro”.

     

    17/01/2014

    Tornando ad Angri per qualche giorno, e approfittando anche della bella giornata, ho preso appuntamento con Luigi Grimaldi per un caffè. Il trentaduenne angrese è in cartellone il 16 febbraio con uno spettacolo dal titolo Bianchi colombi. Si tratta di una cosa un po’ particolare, sicuramente diversa dalle performance che abbiamo ospitato in questa e nelle edizioni precedenti, basate in sostanza su una rappresentazione teatrale, un concerto musicale o un’espressione di danza.

    Luigi ci proporrà uno spettacolo di illusionismo e magia. A tal proposito, come ho cercato di spiegare anche durante la conferenza stampa, ci tengo a precisare una cosa. Generalmente si è portati ad associare questo genere di esibizioni ad un pubblico di bambini e ragazzi. Niente di più inesatto: l’illusionismo di cui si compone Bianchi colombi si indirizza a quanti, da adulti, sono disposti a lasciarsi affascinare da un mondo “alternativo”, senza pregiudizi razionalistici.

    Ci vediamo in piazza. «Tra un po’ ci raggiunge anche Miriam», mi dice, mentre cerca parcheggio. Figurandomi in mente i tradizionali spettacoli, che a volte si vedono pure in televisione, nei quali al fianco del mago protagonista appare solitamente una ragazza che collabora con lui nella presentazione dei giochi, oppure viene chiusa in una cassa e tagliata in due, chiedo: «È la tua valletta?».

    «Direi piuttosto che Miriam è il mio braccio destro», precisa lui, sorridendo.

    In effetti, conoscendo meglio la coppia di artisti, simpatici ed affabili, che ho incontrato stamattina, devo ammettere di essere rimasto letteralmente ammirato dallo scenario “magico” che hanno dischiuso davanti a me. Luigi e Miriam collaborano già da qualche tempo. Più di recente hanno fondato la “Magik Art”, che organizza feste ed eventi, in cui protagonisti sono l’illusionismo e la magia.

    Chiedo a Luigi di raccontarmi un po’ la sua storia, di come si è avvicinato al mondo – che man mano che parliamo per me apre prospettive sempre più affascinanti – della magia. Mi spiega di aver cominciato ad esibirsi nei villaggi turistici, dove per lungo tempo ha lavorato come animatore. Quindi, sostanzialmente, la sua arte l’ha acquisita da autodidatta, perfezionando giorno dopo giorno e con costante esercizio la sua tecnica di manipolazione degli oggetti e di illusionista. Inoltre, grazie all’esperienza di animatore ha avuto modo di girare mezzo mondo, tant’è che mi confida di conoscere quattro lingue.

    Miriam, dal canto suo, oltre a partecipare agli spettacoli con propri numeri di magia, è una eccellente fotografa. Infatti, Luigi mi mostra alcuni suoi scatti – in un magnifico bianco e nero – in cui ha ritratto il partner artistico. Vedendo quelle foto e parlando con lei, ho come la sensazione che ci sia davvero qualcosa di magico in questa ragazza: probabilmente è capace di catturare le emozioni delle persone e trasferirle nelle sue foto!

    Luigi mi mostra pure un breve filmato sul suo cellulare. Lo si vede impegnato in un gioco che apparentemente sembra facile: tiene tra le dita una pallina; poi le palline diventano due, poi tre, poi quattro… Poi, da quattro, ritornano ad essere tre, poi due, e infine una pallina sola nel sul pugno… «Sei sicuro di vedere una pallina?», mi chiede.

    E, infatti, la pallina si trasforma – con mia meraviglia – in una bianca tortora. Ma l’esercizio non è finito: basta che la mano di Luigi accarezzi la tortorella, perché da essa ne esca un’altra! Io resto praticamente a bocca aperta di fronte a quello che ho appena visto. Tuttavia, la mia parte razionale si riaffaccia e chiedo: «Qual è il trucco?». «Non c’è nessun trucco. È pura e semplice magia!», dicono insieme Miriam e Luigi, lasciando la mia curiosità scontrarsi con l’enigma e il mistero.

    Pure il tempo ha compiuto la sua quotidiana magia: quando pensi che siano passati soltanto pochi minuti, guardi l’orologio e ti rendi conto che è passata quasi un’ora e si è fatta ora di pranzo. Ci salutiamo con la promessa di rivederci presto. Tornando verso casa, dico a me stesso che, volendo definire “magica” una cosa che accade e ti fa vedere la stessa realtà che vedi tutti i giorni con occhi diversi e sotto una luce inedita, effettivamente la magia è possibile!

    Vincenzo Ruggiero Perrino

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