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    Consiglio Comunale del 24 luglio. Acceso dibattito per l’approvazione del “Regolamento sulla collaborazione tra i cittadini e Amministrazione comunale per la cura, rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comunali”.

    Ieri, 24 luglio, presso la “Casa del Cittadino”, si è tenuto il Consiglio Comunale, chiamato a confrontarsi ed esprimersi su vari punti all’ordine del giorno, tra i quali figurava in particolare l’approvazione del “Regolamento sulla collaborazione tra i cittadini e Amministrazione comunale per la cura, rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comunali” (definito anche “Regolamento sulla collaborazione con i cittadini”). Approvazione poi avvenuta, non senza un dibattito, a tratti, dai toni anche accesi.

    In primis il Sindaco Ferraioli ha elencato i progetti in corso d’opera: recupero dello stadio Novi, finanziamento regionale per l’adeguamento sismico del Castello Doria, riqualificazione urbana dell’area scolastica comunale a Corso Italia con creazione di nuovi parcheggi. E ha fatto presente che sono stati già affidati i lavori per la realizzazione di reti fognarie per fare definitivamente cessare gli allagamenti in località Satriano, via Dei Goti e via Papa Giovanni XXIII (con inizio già dal 26 luglio), oppure per dotare la località Satriano in via Baden Powell di un asilo nido comunale, o ancora per la costruzione di un campo da tennis a fondo Caiazzo.
    Tra i fatti più rilevanti accaduti nel Consiglio comunale di ieri, c’è senza dubbio l’approvazione del “Regolamento sulla collaborazione con i cittadini”. Il documento approvato dall’assemblea prevede che tra Amministrazione comunale e cittadini possano stringersi dei “patti di collaborazione”, affinché un bene comunale, magari in disuso, possa essere dato gratuitamente in gestione a cittadini o a gruppi di cittadini (garantendo pur sempre il vincolo di destinazione pubblica, e non “svendendolo” come invece sostenuto da una quota dell’opposizione) in cambio della cura e della rigenerazione del bene stesso da parte dei cittadini che lo prendono in gestione. Il documento si inserisce nella prospettiva e nel principio (costituzionalmente tutelato) della “sussidiarietà orizzontale”, in base al quale l’ente territoriale può affidare anche a privati la gestione di un servizio o di un bene (che, sottolineo, resta pur sempre pubblico), se tale gestione può essere adeguatamente garantita dai privati stessi.
    Nel documento si leggono anche adeguate cautele adottate. Se, infatti, il bene è un bene immobile “culturale e paesaggistico sottoposto a tutela”, l’intervento di ristrutturazione dovrà essere per prima sottoposto al parere della Soprintendenza competente. Inoltre, i patti di collaborazione potranno avere una durata massima di 9 anni. Sono previste altresì forme di sostegno. Fermo restando, infatti, che nell’ambito dei patti di collaborazione l’Amministrazione non può in alcun modo destinare contributi in denaro a favore dei cittadini che si attivano, è previsto ad esempio: l’attribuzione all’amministrazione delle spese relative alle utenze (elettricità), delle spese relative alle manutenzioni, oppure la disponibilità a titolo gratuito di beni strumentali e materiali necessari alla realizzazione delle attività previste. Oppure ancora esenzioni di specifici tributi per attività poste in essere nell’ambito dei patti ed altre agevolazioni quali la riduzione dei tempi dell’istruttoria e nella semplificazione della documentazione necessaria. Infine, sempre ai sensi del Regolamento approvato, il Comune agevolerà le iniziative dei cittadini volte a reperire fondi per le azioni di cura e di gestione condivisa di beni comuni, a condizione però che sia garantita la massima trasparenza sulla destinazione delle risorse raccolte e sul loro puntuale utilizzo.
    Nota a margine
    Iniziando con questo articolo la mia collaborazione con ANGRI ’80, e avendo concordato con il direttore Lombardi di seguire la vita politica ed amministrativa della nostra città, sento il bisogno di raccontare l’impressione che mi ha fatto quando, da cittadino angrese, sono entrato nel luogo dove da qualche minuto stava già svolgendosi la più importante delle riunioni cittadine. Aula semideserta, sedie vuote e solo qualche sporadica (ma veramente sporadica!) presenza di cittadini, mentre, sullo sfondo, c’erano i banchi del consesso, occupati dai consiglieri, con il Sindaco al centro, di fronte alla sala, il quale stava esponendo i progetti avviati e gli interventi effettuati per la città.
    Ora, è vero che i cittadini hanno ormai una sfiducia totale verso le istituzioni, è vero che è fine luglio, che ci sono le ferie, che c’è un’afa che si muore, ma, lasciatemelo dire, così proprio non va. Il popolo non può permettersi di perdere il contatto con la politica. E i motivi sono numerosi. Ne basti citare uno: affinché il politico sia messo nelle condizioni di fare bene, anzi “il” bene della gente, occorre che quest’ultima conosca quanto più possibile le cose che la politica fa. Il popolo non può appiattirsi al punto tale da limitarsi a dire “i politici sono tutti imbroglioni”, oppure “ci rubano i soldi”, o ancora “scaldano solamente le poltrone e non fanno nulla per la città”. Certo la politica può e deve fare molto di più, ma ciò può avvenire soltanto sotto la spinta e la energica partecipazione di quanta più cittadinanza possibile. A quel punto, il politico avrà pochissimo margine di spazio e dovrà di conseguenza occuparsi necessariamente di più problemi. Insomma, dovrà necessariamente fare più cose per noi.

    Salvatore Erich Atorino

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