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    “Capuzzelle, ovvero l’invenzione del purgatorio”, di e con Alfonso Sessa. 11º appuntamento della rassegna teatrale “Angri a teatro”

    La 3ª rassegna teatrale “Angri a teatro”, con gli ultimi spettacoli “Le classiche napoletane e non solo” con Nunzio Milo” e “Meglio soli, o… bene accompagnati” con artisti vari, ha girato la boa della seconda tornata e, con il costante gradimento del pubblico non solo angrese, si avvia all’appuntamento del 27 aprile che vedrà calcare il palcoscenico del Teatro Oratorio S. Caterina dal nostro concittadino Alfonso Sessa, attore e regista dello spettacolo “Capuzzelle, ovvero l’invenzione del Purgatorio”.

    Lo spettacolo antologico “Meglio soli… o bene accompagnati”, andato in scena lo scorso 13 aprile, presentato dall’effervescente Antonio Longobardi, è stato una specie di “bignami” di “Angri a teatro”. Infatti, in esso ci sono stati musica, danza, sketch divertenti e altri più drammatici, episodi di impegno civile e brani più d’evasione, cose di impianto più sperimentale e cose di impianto più tradizionale: insomma, illusionismo a parte, c’è stato veramente tutto quello che è stato e che sarà “Angri a teatro”.
    Il cantautore Francesco Fienga, ha proposto una selezione delle sue canzoni, con qualche brano inedito e mai suonato in pubblico finora.
    Raffaella Avosso ha recitato un monologo tratto dal recente libro di Michele Serra, Gli sdraiati.
    Amelia Forte con “Omaggio a Mattia Mario Barba”, insieme a Lello Raiola e Consiglia Chiavazzo, ha declamato alcune letture di poesie del poeta e compianto marito angrese.
    Nicola De Angelis ha proposto “I finti buoni e i veri cattivi”, di Vincenzo Ruggiero Perrino, direttore artistico della rassegna.
    Al loro esordio, si sono esibiti i fratelli Miriam (voce) e Gerardo Russo (chitarra).
    Beniamino Santalucia con Gabriella Magaldi hanno proposto il monologo “Lassamme fa’ a Dio” tratto dalla poesia di Salvatore Di Giacomo. Mario Avosso, accompagnato da Giulio Cerchia e da Rachele Sorrentino, si è esibito in un divertente sketch da lui scritto, intitolato “Vicoli napoletani”.
    Le allieve del gruppo Progetto Danza (Imma Calabrese, Alessia D’ambrosio, Ilaria Desiderio, Mariarosaria Parlato, Giulia Santonicola, Rosaria Pastore, Emilia Tripolino), hanno eseguito alcune coreografie, preparate insieme con la loro direttrice Rosa De Angelis.
    Giuseppe Desiderio e Alfonso Giordano hanno eseguito musiche per flauto, contrabbasso e chitarre.
    Enzo De Vivo ha chiuso la serata con un assaggio del repertorio classico napoletano.

    Il 6 aprile il Teatro S. Caterina ha ospitato Nunzio Milo con il suo concerto-spettacolo “Le classiche napoletane e non solo”. Accompagnato alle tastiere dal maestro Mario Alfano, e con la partecipazione straordinaria della bravissima violinista angrese Antonella Ferraioli, Milo ha dato vita ad un’esibizione veramente intensa e di grande fascino. E soprattutto di grande coinvolgimento per gli spettatori.

    Questi due ultimi spettacoli sono stati preceduti da altri quattro spettacoli che hanno puntualmente ottenuto il gradimento del pubblico intervenuto, in particolare lo spettacolo “Ferdinando” di Annibale Ruccello, proposto dalla compagnia Anziteatro (organizzatrice della rassegna insieme al Centro Iniziative Culturali e con la collaborazione della Congrega di S. Caterina), che dopo il pienone del 16 marzo è stato replicato il 23 marzo, per quanti non sono potuti entrare alla Prima, ed ugualmente ha fatto registrare il pieno della sala teatrale di piazza don E. Smaldone.
    Gli attori, Eleonora Benincasa (donna Clotilde), Stefania Esposito (donna Gesualda), Giuseppe Vitiello (don Catello), Sergio Ruggiero Perrino (Ferdinando), in entrambe le messe in scena hanno dato vita ad una performance di notevole spessore che ha tenuto il pubblico incollato alle sedie nelle due ore e mezza abbondanti dell’avvincente rappresentazione.
    Apprezzamenti convinti il pubblico ha tributato anche al regista Antonio D’Andretta, che, “don Catello” egli stesso in giovane età, ha diretto con la riconosciuta professionalità i quattro attori. Prezioso l’ausilio tecnico di Francese Teresa, di Alessandro Colasanto e di Carmela Calabrese, ad un tempo suadente presentatrice della serata.

    Nello spettacolo Scoppiato amore del Teatrogrimaldello, al quale ha assistito un pubblico particolarmente partecipe, con una scenografia minimale, i tre attori (Antonio Grimaldi, ad un tempo regista, nelle vesti di Arlecchino e Pulcinella; Cristina Milito Pagliara in quelle di Colombina e Gemma De Cesare in quelle di Rosaura), forti di una preparazione “atletica” di prim’ordine, hanno dato vita ad una storia d’amore sui generis, narrata attraverso un continuo gioco linguistico, che spaziava dal dialetto veneziano a quello siciliano, da quello milanese a quello napoletano.

    L’Amleto, realizzato da Teatri di Popolo, è stato una specie di consacrazione della rassegna teatrale. L’aver ospitato la rilettura di un’opera che tanta importanza ha avuto (e tuttora ha) nella storia del teatro mondiale è stato per gli organizzatori come una piccola festa di paese quando viene ospitato un cantante che è al primo posto in classifica. Il livello dello spettacolo è stato alto. Insomma, Teatri di Popolo sono riusciti a realizzare un’operazione esteticamente impeccabile, e allo stesso tempo hanno saputo rendere una tragedia di grande profondità intellettuale, qual è Amleto, con una forma estremamente semplice e quindi apprezzabile anche dal grande pubblico. Bravissimi gli attori Antonetta Capriglione e Antonino Masilotti, con la regia di Marco Dell’Acqua.

    Il 23 febbraio la rassegna ha ospitato una compagnia di Nocera Superiore, Teatro Arabesco, che ha proposto La commedia di Zeza, scritta e diretta da Pino Lodato, e con le musiche scritte apposta per lo spettacolo da Giovanni Attanasio e da lui interpretate con altri 5 musicisti. Un lavoro con cui sono stati richiamati i modi e lo stile dell’antica (e gloriosa) Commedia dell’Arte. Naturalmente si tratta di una formula “contemporanea” di quel modo di fare teatro.

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