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    Un’angrese all’Expo: “avrete voglia di rimanere”

    Dallo scorso 1° maggio e sino al prossimo 31 ottobre, Milano, città dalle mille facce e mille sfumature, ha ospitato e ospiterà l’Expo: la più vasta e famosa esposizione mentale. Quest’anno, com’è ben saputo, l’intero evento ha ruotato intorno al cibo, scelto come tema e filo conduttore di questa strabiliante esperienza. Diverse sono state le aziende alimentari angresi che hanno rappresentato la nostra città a Rhò Fiera, riempendoci di orgoglio, ma noi abbiamo voluto intervistare una cittadina comune, giovane e studentessa, che ha visitato l’Expo da turista e non per lavoro. Ecco cosa ha voluto raccontarci:
    -Perché hai deciso di visitare l’Expo?
    Antonella: “Sono sempre stata affascinata da questo tipo di eventi, e ho sempre pensato avessero un valore storico indiscutibile. Basta pensare a quello che le precedenti edizioni dell’Expo ci hanno lasciato. Una su tutte, la Torre Eiffel, costruita nel 1889, di cui era prevista anche la demolizione. E invece, da più di un secolo, svetta su Parigi, attirando milioni di turisti. Un ruolo così fondamentale, noi italiani, lo abbiamo affidato all’Albero della Vita, un’enorme costruzione di luce, che quasi commuove, quando illuminato. Ecco, il motivo fondamentale è che io volevo esserci, per una volta che l’Italia brilla agli occhi del mondo, non per mafia o corruzione, ma per qualcosa di bello e organizzato bene.”
    -Quali padiglioni hai visitato e cosa ti ha colpito di più?
    A: “Ho scelto consapevolmente di visitare i padiglioni meno conosciuti, quelli dei paesi meno pubblicizzati, ad esempio. Vietnam, Burundi, ma anche Moldavia, Brasile, Azerbaijan e Korea del Sud. Alcuni padiglioni erano letteralmente inavvicinabili, per la fila che poteva anche superare l’ora di attesa, come il Giappone, ad esempio. Mi aspettavo molto meno dai paesi che ho scelto di visitare, e invece sono rimasta piacevolmente sorpresa. È stato bello vedere come ogni Paese scegliesse un percorso diverso, per affrontare il tema. Sono rimasta molto colpita da Israele e dalla Korea: hanno saputo stupire, ed educare. Uno, sulla storia del proprio territorio e della sua popolazione, l’altro per inventiva e innovazione. Ma, su tutto, mi ha colpito l’armonia che regnava in quei pochi km di viale. Vedere il padiglione della Santa Sede di fianco a quello di Israele, mi ha fatto molto sorridere, così come vedere la Russia a pochi metri dagli Stati Uniti. Ho voluto deliberatamente credere che quel velo di ipocrisia, fosse stato steso per buona fede e con l’intenzione di costruire qualcosa di più grande.”

    -Consiglieresti ai giovani angresi come te di visitarlo?
    A:”Assolutamente sì! Credo possa essere un’esperienza altamente formativa che possa assopire, anche solo per lo spazio di un pomeriggio, il desiderio del giovane italiano medio, di scappare all’estero.”

    Antonella Grimaldi

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