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    L’apatia e l’indifferenza della nostra comunità

    Opinioni e riflessioni sul vivere comune di Agostino Ingenito

    Pervade come consuetudine in questa comunità un senso di apatia e autentica indifferenza su problemi molto seri che ci riguardano e che lascia sgomenti.
    Da anni osservo come la gran parte dei nostri concittadini, bravi a fare le pulci anche al più fulmineo atto di un passante, siano poi inconcludenti o del tutto estranei a situazioni anche gravi che si verificano sul territorio e che rendono decisamente complicata la vivibilità.
    Una sorta di letargia continuata ed aggravata che si interrompe solo durante campagne elettorali spesso solo occasioni di moine, richieste personali e poche proposte su temi condivisi al candidato di turno col tradizionale trasferimento dei pacchetti voti detenuti dai soliti noti per mantenere inalterati status e posizioni. Tutto è poi lasciato nelle mani di un manipolo di uomini e poche donne che triunfi di una rappresentanza politica (difficile considerarla autentica rappresentitività) si muovono a spanne cercando di “risolvere” i problemi personali o di piccoli gruppi, ritenendo in tal modo di aver prodotto tutele e sviluppo di interessi collettivi.
    Fatta l’opportuna analisi socio- antropologica della mia comunità (che sembra aver perso anche la condivisa passione per i colori grigio-rossi e lenito di molto l’interesse per il Santo Patrono molto più spesso solo fenomeno di custome) faccio il pratico e chiedo. 1)Che fine ha fatto la comunicazione settimanale del sindaco Mauri che rendicontava sulle attività svolte? 2) Dov’è il cronoprogramma dei progetti e lavori da eseguire? 3) Quando si risolve il falso problema del distretto sanitario? L’altro giorno ho parlato con un medico di famiglia mi ha informato che la nuova normativa consente di aprire centri socio- medicali h24 e che per istituirli c’è bisogno dell’aggregazione di un certo numero di medici del territorio. Perché l’amministrazione comunale non condivide questo progetto che è a costo zero per l’ente, garantendo in tal modo servizi e prestazioni ambulatoriali alla nostra comunità che vive il dramma come altre della sanità allo sfascio?
    Inoltre osservo che si è rarefatto il rapporti con gli imprenditori medio grandi ma anche delle microimprese di questo territorio che da anni attendono risposte per un’area industriale mai concretamente avviata e di servizi ed infrastrutture come parcheggi, aree di interscambio, e che non sono chiamati ad un reale tavolo di concertazione su come invertire la rotta di un declino economico locale sempre più evidente.
    Anche i finanziamenti previsti come per il progetto Jessica o l’housing sociale si riducono a mancati confronti con la comunità chiamata ogni tanto ad assistere alle passerelle di turno.
    E che ne è della situazione ambientale? Quali sono le prospettive per la riconversione delle aree industriali dismesse e di quelle degli ex prefabbricati? E sui giovani e un presente meno assente? La faccia più reale delle mancate scelte per i tanti disoccupati?
    Vedere lo sgangherato centro per l’impiego sempre al solito posto e le porte chiuse di un informagiovani ormai andato in pensione come il funzionario che lo gestiva. Nulla si sa di programmi relativi al centro di aggregazione che dovrebbe sorgere nell’ex biblioteca, né del perché non si riesca a garantire servizi sociali collettivi se non interventi spot.
    Sembra dunque difficile immaginare che vi sia una road map locale se non quella di effettuare i soliti tatticismi in vista dell’ennesimo appuntamento elettorale con l’erogazione di risorse per interessi di piccoli gruppi.
    Poiché non è sempre solo un problema di risorse economiche che non ci sono, auspico di essere contraddetto.

    (dal numero di Luglio-Agosto 2013)

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