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    La storia di Simone che ci insegna l’Heimweh: “parto per cercare la nostalgia di casa”

    In questi tempi burrascosi, dove tutti sembrano aver perso di vista che cos’è davvero l’Europa, torna la rubrica di ANGRI ’80 che mette al centro il futuro dei nostri giovani concittadini. Come abbiamo già fatto, vogliamo raccontarvi le storie dei ragazzi che aderiscono al progetto Erasmus, che da decenni dà la possibilità agli studenti universitari di frequentare corsi di studio in tutta Europa.
    Abbiamo incontrato” Simone Pepe, ventunenne angrese, ex studente del Liceo don Carlo La Mura, che attualmente si trova a Saarbrücken, in Germania, dove studia presso presso l’Universität des Saarlandes.

    Presso Saarschleife Aussichtspunkt Cloef.

    à?
    Come è nata in te l’idea di provare l’esperienza dell’Erasmus?
    “L’Erasmus è un’esperienza a cui guardavo già dal liceo. Credo che conoscere e vivere una cultura diversa dalla propria sia un’opportunità che tutti dovrebbero avere. Dal momento che studio Lingue e Culture straniere presso l’Università degli studi di Salerno è ovvio che una delle motivazioni che più mi ha spinto a partire è stata il desiderio di migliorare la conoscenza della lingua e della cultura tedesca”.
    Cosa ti è mancato di più della tua città?
    Ovviamente ciò che manca di più a un italiano sono la famiglia e il cibo. Poi, quando ci si trova lontani dal proprio paese si capisce quanto si tenga alle proprie tradizioni e abitudini. L’usanza tipicamente italiana(e angrese) di stare in piazza con il solo scopo di passare del tempo con gli amici è una cosa che manca ai tedeschi e di cui ho sentito molto la mancanza in questi mesi.
    Cosa importeresti ad Angri dalla città in cui stai vivendo, e cosa di Angri nella città in cui stai vivendo?
    “Della Germania importerei sicuramente l’organizzazione e il senso civico delle persone. Inoltre ciò che mi ha particolarmente colpito è la quasi totale assenza di pregiudizi: qui ognuno viene giudicato per quel che vale e non in base a discriminanti come la religione o la nazionalità. Di Angri, invece, porterei all’estero sicuramente l’amore per le tradizioni e la passione con cui noi italiani ci dedichiamo alla famiglia e agli affetti.”
    Cosa ti auguri per i giovani angresi?

    “In tedesco esistono due parole meravigliosamente opposte “Fernweh” traducibile con “Nostalgia della lontananza” e quindi la voglia di aprirsi a nuovi orizzonti e di allontanarsi dalle proprie abitudini, e “Heimweh”, traducibile con “Nostalgia di casa, della propria patria”. Mi auguro che i giovani angresi possano provare entrambe queste sensazioni e che abbiano l’opportunità di soddisfarle. Spero possano vedere il mondo e capire che c’è molto di più al di là dei confini del nostro paese. Mi auguro che possano conoscere altre culture, parlare altre lingue e capire che la diversità è qualcosa che va coltivata e non deve essere un motivo di divergenze. Allo stesso tempo mi auguro che, una volta usciti dalla piccola campana di vetro che ci protegge, noi giovani possiamo avere la possibilità di tornare a “casa” per dare nuovi punti di vista che possano contribuire alla costruzione di un paese e di un futuro migliore.”

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