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    Diario del direttore artistico-22

    Ventiduesimo appuntamento con la rubrica che vuole raccontare, in maniera assolutamente non seriosa, gli eventi della rassegna, i personaggi che ne fanno parte, come artisti e organizzatori, i fatti particolari, visti dal direttore artistico della TERZA edizione della Rassegna “Angri a teatro”.

    14/04/2014

    Antonio mi ha raccontato di essermi perso uno show interessante, ieri sera: il pubblico ha premiato nuovamente questa formula “antologica”. D’altronde, ho già avuto modo di spiegare ai lettori di questo diario, che stare fuori per lavoro significa per lo più rinunciare a vivere la propria città d’origine. Ancor più “doloroso” è rinunciare a vivere le cose che ti piacciono. Tuttavia, sono contento di contribuire, anche a distanza, alla realizzazione di una rassegna che sta crescendo sempre più. E lo dimostra l’affetto con cui il pubblico ci segue, e la passione con cui gli artisti si esibiscono e propongono i loro spettacoli.

    Meglio soli: un contenitore di tante cose. Come ho scritto in un’altra pagina di questo diario, è un po’ una specie di “bignami” di tutta la rassegna. Dentro abbiamo messo la prosa, la danza, la poesia, la musica, pezzi più leggeri e pezzi più riflessivi.

    Quest’anno, diversamente dallo scorso anno in cui ogni interprete si prendeva carico, al termine della propria esibizione, di presentare colui/colei/coloro che venivano dopo di lui, abbiamo avuto un presentatore vero e proprio: il nostro amico Antonio Longobardi. Il quale ha proposto un’idea che ci è piaciuta molto: fare una specie di sigla di apertura, alla maniera dei varietà televisivi,con un balletto delle ragazze di Progetto Danza. Credo sia stato un modo molto piacevole di iniziare.

    I momenti musicali sono stati tutti molto apprezzati. Particolare è stata l’esibizione del duo Giordano-Calabrese, che hanno proposto delle sonorità nuove e particolari. Molto convincente (al pari di quella dello scorso anno) la prova di Raffaella Avosso, mentre i Vicoli napoletani hanno fatto ridere a crepapelle tutto il pubblico.

    Nicola, dal canto suo, mi ha detto che la sua interpretazione di I finti buoni e i veri cattivi lo ha lasciato soddisfatto e un po’ tutti si sono complimentati per il testo “notevole”. Ça va sans dire che ringrazio Nicola per il fatto di accettare i miei testi e metterli in scena, e che sono lusingato dai commenti positivi che ha raccolto il testo che ho preparato per lui.

    Per il prossimo anno, però, vorrei studiare una formula nuova, qualcosa che dia ancora più risalto a questa serata così particolare. Diciamo che ho già in mente qualche idea… Ma, ovviamente, ne riparleremo tra qualche tempo…

    Vincenzo Ruggiero Perrino

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