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    Angri sulla torre di babele.‬ Il suo futuro: cosa è bene e cosa è male.


    All’inizio degli anni ’90, precipitando la Prima Repubblica e disintegrandosi la Balena Bianca (Democrazia Cristiana), cominciò la stagione, anche ad Angri, del Centrosinistra e delle tante speranze di un reale cambiamento dentro le istituzioni e sul territorio.
    Nel corso delle due consiliature a guida Umberto Postiglione molto si parlò e si argomentò su una politica di ricrescita tramite l’aggancio di Angri al flusso turistico tra Pompei, Paestum e costiera amalfitanosorrentina.
    Poco o niente si concretizzò. Forse perché, oltre ad un pieno coinvolgimento del tessuto economico locale, mancava il pezzo forte, come potrebbe essere oggi la prossima santificazione del beato Alfonso Maria Fusco.
    Tale evento, unito ad una convinta ed idonea valorizzazione del patrimonio storico architettonico dell’Angri antica (purtroppo colpito dalla fatiscenza del tempo, senza idonea manutenzione), potrebbe creare le condizioni di una favorevole congiuntura, da far durare il più possibile, per meglio perseguire l’aggancio al suddetto flusso turistico.
    Il buon senso porta a pensare che tutte le manifestazioni ed eventi cittadini, estemporanei o ciclici, organizzati da associazioni e/o operatori economici, per promuovere siti storici, beni culturali, tradizioni, prodotti locali o propri prodotti di somministrazione, possano, nel pieno rispetto di norme e regole locali e nazionali, nonché delle diverse esigenze e della privacy dei cittadini residenti nei luoghi in cui essi si realizzano, contribuire nel corso del tempo alla concretizzazione di quelli che oggi in termine tecnico si chiamano “fattori turistici attrattivi”.
    Il santo e i luoghi della sua vita e delle sue opere, il patrimonio storico architettonico religioso cittadino, i diversi eventi socio-culturali-economici organizzati e organizzabili (si citano solo quelli organizzati negli anni recenti: Palio storico, Oggi sposi, Dolci e golosi, Okdoriabirrafest, Spettri al castello, Angri a teatro), possono creare, supportati da un’idonea azione di coordinazione e regolamentazione del governo locale, un possibile circolo economico virtuoso.
    Rafforzabile nel tempo dalla realizzazione concreta di quei standard urbanistici (aree verdi, di sosta veicoli, di servizi vari, nuove strade ecc.) di cui Angri è oggi fortemente carente e che il Piano urbano comunale, in via di approvazione (ancora modificabile ed integrabile), ha nuovamente riproposto, beneficiando altresì dalla prossima apertura del nuovo casello in località Paludicella della superstrada Est Vesuvio, dei progetti legati alla sua area circostante, a quella del casello di Pagliarone, nelle cui vicinanze il Puc prevede anche un insediamento turistico-alberghiero.
    Per uscire da quella sorta di guerra permanente ed improduttiva creatasi in città, la comunità angrese, gli operatori economici (professionisti, imprenditori, commercianti, artigiani) hanno tutto l’interesse che si torni a ragionare seriamente e concretamente su un possibile futuro economico di Angri, a partire dall’ambito comprensoriale e provinciale.
    Antonio Lombardi

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